Lo storico marchio di pellicce, rilevato da Carmine Rotondaro, ha svelato il nuovo corso a Milano.
Collini Milano inizia una nuova era. Lo storico marchio milanese di pellicce ha presentato ieri sera a Milano il suo debutto sotto la guida dell’imprenditore Carmine Rotondaro, ex chief of real estate development worldwide di Kering, che lo ha rilevato dall’omonima famiglia nel 2016.
In occasione di uno special event al Club 55 Milano, sulle note del dj Bob Sinclair, è andata in scena una collezione formata da capi ready to wear, eco furs e accessori. A spiegare il progetto a MFF è lo stesso titolare e general manager del brand.
COME È NATA LA NUOVA AVVENTURA FIRMATA COLLINI?
Ho lavorato tutta la mia vita nella moda, ma ho sempre sognato di avere una mia linea. Quando ho incontrato gli eredi della famiglia Collini ho pensato fosse la mia occasione per non far disperdere questo patrimonio.
IL BRAND È STATO RILEVATO NEL 2016, COSA È AVVENUTO DA ALLORA FINO A OGGI?
Abbiamo lavorato per lungo tempo sulla pelliccia optando per una soluzione “no kill for”. I nostri capi sono derivati per l’80% da pellicce già esistenti, che acquistiamo da privati e stockisti, le riduciamo a stato di materia prima per poi trattarle ottenendo una morbidezza nuova e personalizzandole con metalli e colorazioni. Il resto invece proviene da scarti di lavorazioni o materiali edibili.
DOVE PRODUCETE I VOSTRI CAPI?
In Italia. Le pellicce direttamente a Milano, l’abbigliamento a Prato, la pelletteria vicino a Firenze.Solo il cashmere in Madagascar.
COME ORGANIZZERETE IL NETWORK DI VENDITA?
In sostanza avremo tre canali distributivi perché vogliamo essere globali. Intendiamo selezionare un gruppo di negozi multi-brand, stiamo lavorando a una piattaforma online e considerando alcuni mono-marca.